Nella popolazione generale e nel diabete tipo 2 l’insulino-resistenza (IR) comporta un aumento del rischio di CVD e mortalità. Scopo del nostro studio è stato valutare questo effetto nel diabete tipo 1 (DMT1). Pazienti e Metodi; la sensibilità insulinica, estimated glucose disposal rate [eGDR= 21.158 – (0.09 x WC, cm) – (3.47 x ipertensione, si=1) – (0.551 x HbA1c, %); Epstein et al 2013) e la sua associazione con la mortalità per tutte le cause è stata valutata in 774 DMT1 (40.2±11.7 anni; DD 19.4±12.2 anni; A1c 7.8±1.2%) seguiti per 10.6±2.5 anni. Risultati; l’eGDR (7.52±2.28 mg/kg/min; mediana 8.29; IQR 5.54-9.31) è stato suddiviso secondo lo “Swedish National Diabetes Register” in: C1: >=8.0 (N=424, 54.8%, rif.); C2: 6.0-7.99 (125, 16.1%); C3: 4.0-5.99 (149, 19.3%) e C4: <4.0 mg/kg/min (76, 9.8%). Rispetto a C1, i C2-4 avevano un profilo di rischio CV più severo: maggiore età, DD, BMI, WHR, PA, A1c, colesterolo tot, LDL, nonHDL, trigliceridi e ACR, e riduzione di HDL e eGFR (CKD-EPI) (p<0.0001). Con l’eGDR aumentavano: eventi CV (0.7, 4.8, 13.4 e 15.8%; p<0.0001), eGFR<60 ml/min/1.73m2 (p<0.0001), albuminuria, (p<0.0001), retinopatia avanzata (7.5, 13.9, 28.7 e 37.3%; p<0.0001), così come l’uso di anti-ipertensivi, RAS-bloccanti e statine (p<0.0001). Al follow-up, 52 individui morivano (6.7%; 6.36 x1000 persone/anno). La mortalità aumentava con l’eGDR: C1: 2.6%; C2: 6.4% (HR: 2.32, 95% CI 0.93-5.77); C3: 11.4% (4.54, 2.12-9.69); C4: 21.1% (8.07, 3.74-17.40; K-M, p<0.0001). Dopo correzione Cox per età (HR 1.08, 1.05-1.10, p<0.0001) e sesso, gli HR per le categorie di eGDR erano: C2: 1.53 (0.60-3.87); C3: 1.97 (0.88-4.44); C4: 3.38 (1.48-7.73; p=0.004). Dopo correzione per età (HR 1.06, 1.04-1.09, p<0.0001), sesso (M, 1.98, 1.10-3.59, p=0.023), eGFR (0.97, 0.96-0.99, p<0.0001), ma anche DD, BMI, LDL, CVD e terapia con statine, gli HR per categorie di eGDR erano: C2: 1.22 (0.47-3.17); C3: 1.76 (0.78-3.95); C4: 2.69 (1.17-6.23; p=0.021). Solo l’inclusione in regressione di variabili correlate all’IR quali HDL, trigliceridi e ACR escludeva l’eGDR dalle covariate indipendenti di mortalità. Conclusioni: nella nostra coorte di individui con DMT1, l’eGDR rappresenta un incerto predittore indipendente di mortalità per tutte le cause.