Introduzione: l’avvento delle nuove tecnologie sta cambiando il modo di gestire e curare il diabete, così come la relazione di cura tra medico e paziente.
Le evidenze confermano l’impatto positivo dell’utilizzo del microinfusore nella gestione e controllo del diabete. Meno noto è l’impatto del microinfusore sulla vita delle persone così come le motivazioni che portano a scegliere questo strumento di cura e i relativi benefici e/o criticità. Obiettivo dello studio è esplorare i vissuti dei pazienti e dei loro caregivers in relazione alla scelta di mettere (o non) il microinfusore e l’impatto del device sulla vita quotidiana al fine di fornire agli operatori sanitari informazioni utili all’efficacia terapeutica. Metodo: due questionari a domande aperte per esplorare i vissuti dei pazienti che usano il micro (e dei loro caregivers) e quelli di coloro che non lo usano, sono stati inviati ad alcune Associazioni di pazienti adulti e pediatrici su territorio nazionale.
Il gruppo che ha volontariamente compilato il questionario è formato da 56 soggetti: 30 con microinfusore (21 femmine e 9 maschi; età M=35/SD=13; anni di diabete M=20/SD=9); 13 senza microinfusore (6 femmine e 7 maschi; età M=27/SD=10; anni di diabete M=13/SD=9); 13 caregivers (5 mamme, 1 papà, 1 figlio, 4 mariti, 1 moglie, 1 fratello). L’analisi dei dati (concetti, categorie, idee centrali) è stata condotta con il metodo di indagine qualitativa della Grounded Theory (Glaser e Strauss, 1967).
Risultati: l’analisi dei dati ha portato all’individuazione delle seguenti categorie generali:
– Immagini e parole per definire il micro
– Motivazioni della scelta di metterlo (o non)
– Ricordi legati al primo giorno con il micro
– Benefici e criticità del micro
– Ricordi positivi e negativi
– Micro-aneddoti
– Il cambiamento nel rapporto con il diabete
– Consigli per i curanti
– Fattori di supporto alla scelta di mettere il micro
Conclusioni: conoscere in profondità il vissuto dei pazienti in relazione all’utilizzo del micro-infusore e all’impatto che questo device ha sulla vita quotidiana, sul mondo psichico, emotivo e relazionale, così come sul rapporto con la malattia, può aiutare l’operatore sanitario a comprendere meglio il paziente e riconoscere i tempi, i modi e le strategie terapeutiche più appropriate per tradurre la relazione di cura in efficacia terapeutica.