Abstract
Il diabete epatogeno è una nota complicanza della cirrosi e la sua prevalenza aumenta all’aumentare della gravità della cirrosi. Non sono al momento disponibili dati che correlino la persistenza di alterazioni del metabolismo glucidico post trapianto e il possibile sviluppo di fibrosi a livello dell’organo trapiantato. Per tale motivo abbiamo stimato, tramite biomarkers non invasivi, il grado di fibrosi epatica e la sua correlazione con la presenza di diabete epatogeno in 87 soggetti affetti da cirrosi. Sono stati utilizzati gli indici Fibrosis-4 Score (FIB-4) e l’Aspartate to Platelet Ratio Index (APRI), che, in letteratura, meglio correlano con il grado di stiffness riscontrato al fibroscan. 78 soggetti appartenenti a tale popolazione sono stati sottoposti a trapianto di fegato e sono stati rivalutati a 2 anni dall’intervento tramite gli stessi indici, al fine di valutare l’eventuale influenza della persistenza di diabete post trapianto sul grado di fibrosi dell’organo trapiantato. Nella valutazione pretrapianto, 39 degli 87 soggetti sono risultati diabetici. Entrambi gli indici FIB-4 e APRI si sono dimostrati significativamente più elevati in tali pazienti rispetto ai non diabetici (rispettivamente: 12.21±8.27 vs 7.97±6.89, p=0.01 e 2.92±2.62 vs 1.75±1.59, p=0.01). Dopo 2 anni dal trapianto, 35 dei 78 soggetti erano ancora diabetici e mostravano nuovamente, rispetto ai non diabetici, un FIB-4 significativamente più alto (3.22±2.80 vs 2.13±1.51, p=0.03) In conclusione, gli aumentati indici di fibrosi riscontrati nei soggetti diabetici con cirrosi rispecchiano il più avanzato stadio di epatopatia rispetto ai non diabetici. La persistenza di diabete espone inoltre i soggetti sottoposti a trapianto a un aumentato rischio di sviluppo di fibrosi a carico dell’organo neotrapiantato, con possibile conseguente peggioramento degli outcomes a lungo termine in questa popolazione.
Tipo: PD
Codice: 36