Introduzione: poche applicazioni per dispositivi mobili, dedicate alla cura del diabete, incorporano funzioni educative per l’aderenza alla terapia e l’autogestione, e poche sono state valutate per l’usabilità. Abbiamo sperimentato l’applicazione Active Ageing in uno studio pilota in persone con diabete di tipo 2 (T2) (età>63 anni) e in donne con diabete gestazionale (DG). Metodi: l’applicazione, che incorpora messaggi di testo di empowerment per i pazienti, è stata sviluppata secondo il modello cognitivo-argomentativo della comunicazione verbale presso l’Università Cattolica di Milano. I pazienti sono stati reclutati presso l’Ospedale San Raffaele di Milano tra l’1/1/2017 e il 31/8/2017, hanno condiviso e archiviato tramite App dati relativi a peso e automonitoraggio glicemico (SMBG) e hanno completato la Scala di Usabilità (SUS). Risultati: 19/116 pazienti T2 (età mediana 69 anni [65-73]) e 12/12 pazienti DG (età mediana 37 anni [34-40]). Dopo una mediana di 11 settimane di utilizzo [7-15], 7 pazienti T2 e 10 DG hanno completato la SUS (punteggio mediano 77.5 [75-97,5] e 92,5 [87,5-95] rispettivamente, p= 0,22). I pazienti T2 riportano nell’App il 72% delle SMBG e il 60% delle misurazioni di peso richieste, le pazienti DG il 53,5% delle SMBG e il 29% delle misurazioni di peso richieste. Conclusioni: l’applicazione è risultata utilizzabile. Una minoranza di pazienti T2 >63 anni è disposta a utilizzare l’App, mentre le pazienti DG più giovani sono più propense a usarla, ma appaiono meno complianti nel riportare i dati dell’automonitoraggio. Le caratteristiche dei pazienti (ad es. età, esperienze, motivazioni) dovrebbero essere prese in considerazione durante la progettazione e l’implementazione delle tecnologie mHealth.