Introduzione: il diabete mellito (DM) è associato con un aumentato rischio fratturativo, ma la prevenzione e lo screening delle fratture non sono una priorità nella valutazione delle complicanze del DM. Obiettivo: valutare la presenza di osteoporosi in una coorte di soggetti diabetici analizzando la la densità minerale ossea (BMD), la prevalenza di fratture cliniche vertebrali (Vfx), femorali (Ffx), non vertebrali e femorali (Afx) e le fratture morfometriche vertebrali (VMfx) asintomatiche. Stimare inoltre l’apporto di calcio con la dieta e l’esposizione al sole mediante la somministrazione di questionari validati. Risultati: dei 72 soggetti analizzati (62 DMT2, 10 DMT1; 19M, 53F), con età media di 65±14 anni, durata di malattia di 11±9 anni e discreto grado di compenso glicometabolico (HbA1c di 7±1.5%), solo in 20 di essi (28%) vi è un adeguato apporto di calcio con la dieta come raccomandato dalle linee guida internazionali (intake medio: 782±360 mg/die) mentre la valutazione dell’esposizione al sole mostra uno score più basso nel periodo invernale rispetto al periodo estivo (9±6 vs 25±11) con livelli di 25OH-vitamina D simili (25±10 vs 28±11 ng/mL) verosimilmente a causa della supplementazione con colecalciferolo. In un sottogruppo di pazienti con DMT2 (9M, 28F), la valutazione della BMD mostra la presenza di osteoporosi in 16 su 37 soggetti (43%). Dodici presentano anche una frattura clinica: 2 pazienti Vfx, 1 Fvx, 9 Afx. La valutazione delle fratture asintomatiche, mediante analisi di morfometria vertebrale, mostra la presenza di VMfx in 24 su 37 pazienti (65%) ed evidenza di fratture multiple in 18 su 24 (75%). L’alterazione del metabolismo osseo più frequente risulta essere l’ipercalciuria, presente in 6 su 32 soggetti (19%) con livelli di fosfatasi alcalina attività totale (69±20 U, vn 40-120) compatibili con un basso turnover scheletrico. Conclusioni: i dati preliminari del nostro studio mostrano come l’osteoporosi sia una complicanza frequentemente osservata nel paziente diabetico e andrebbe valutata routinariamente come complicanza cronica. In considerazione dell’alta prevalenza di fratture asintomatiche sarebbe inoltre utile associare sempre alla BMD lo studio morfometrico vertebrale.