Materiali e Metodi: La popolazione CA.ME.LI.A è stata stratificata in 6 categorie: (1) NGT/NBW (glicemia a digiuno (FG) <110 mg/dL)/ BMI≤24,9 kg/m2; (2) NGT/OWO (BMI ≥25 kg/m2); (3) IFG/NBW (FG 110-125 mg/dL); (4) IFG/OWO; (5) DM/NBW (FG≥126 mg/dL) e (6) DM/OWO. La analisi di lipidomica è stata effettuata mediante LC-MS/MS su un numero selezionato di soggetti per ciascuna classe. La differenza tra i gruppi veniva valutata mediante test Kruskall-Wallis. Risultati: In tabella 1 sono riportate le numerosità delle 6 classi di soggetti stratificate secondo la intolleranza glucidica e il BMI. Le alterazioni più significative si sono evidenziate quando l’intolleranza al glucosio era associata alle condizioni di sovrappeso o obesità. In particolare, i diidroceramidi risultavano aumentati nel gruppo IFG/OWO (0,39±0,18 uM) rispetto a NGT/OWO (0,35±0,18 uM) e anche al DM/OWO (0,32±0,2 uM), probabilmente essendo l’accumulo di queste molecole un marker precoce di intolleranza glucidica. Nei pazienti DM, sia in associazione con obesità (DM/OWO, 13,9±7,2 uM) che in pazienti normopeso (DM/NBW 16,6±6 uM), gli hexosylceramidi risultavano significativamente più bassi rispetto agli altri gruppi (19,9±6 uM NGT/NBW) (Figura 1). S-1P, specie dotata di potente attività di signaling, è ridotta significativamente nei pazienti IFG/OWO (1,8±0,5 uM) e DM/OWO (1,8±0,7 uM) rispetto ai NGT/OWO (2,2±0,7 uM). Conclusioni: I risultati indicano importanti alterazioni degli sfingolipidi sia in presenza di diabete che di intolleranza glucidica. Quando la intolleranza è associata a sovrappeso o obesità le alterazioni sono sinergiche.