Background: La fluidità della membrana plasmatica eritrocitaria nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 può essere influenzata da vari fattori quali stress ossidativo, invecchiamento, fenomeni di glicosilazione, alterazione dell’omeostasi lipidica ed esposizione a nutrienti. Scopo: Analizzare la fluidità di membrana eritrocitaria in pazienti con diabete di tipo 2 di lunga durata (più di 10 anni di malattia), valutando eventuali differenze tra pazienti senza complicanze e pazienti con macroangiopatia (piede diabetico vascolare). Metodi: Sono stati arruolati 18 pazienti con diabete mellito di tipo 2 con lunga durata di malattia, 14 affetti da piede diabetico vascolare (gruppo DF) e 4 senza complicanze (gruppo DM). Attraverso microscopia confocale, sono state analizzate immagini di eritrociti marcati con la sonda fluorescente Laurdan, che varia la sua emissione di fluorescenza in base alla polarità di membrana, con spettro di emissione a 490 nm per lo stato fluido-cristallino e 440 nm per lo stato simile al gel, meno fluido. La fluidità di membrana è stata misurata come indice GP, “generalized polarization”, (GP = (I440nm-I490nm) / (I440nm +I490nm)), con valori compresi tra -1 e +1, dove valori di GP tendenti a -1 sono indicativi di maggiore fluidità di membrana. Risultati: I due gruppi sono risultati sovrapponibili per età, indice di massa corporea, durata di malattia, valori di emoglobina glicata, di colesterolemia totale, HDL, LDL e di trigliceridemia. L’indice GP è risultato significativamente più basso nel gruppo DF (media GP 0.501, DS. 0.025) rispetto al gruppo DM (media GP 0.517, DS 0.008) (p-value 0.046). Conclusioni: La membrana plasmatica eritrocitaria, in condizioni di analoga durata di malattia, è risultata più fluida nei pazienti diabetici con macroangiopatia rispetto ai pazienti senza complicanze. Variazioni della fluidità di membrana possono essere alla base dello sviluppo di complicanze macrovascolari a causa di possibili alterazioni negli scambi gassosi e nell’espressione di recettori di membrana. Da tali dati preliminari emerge la possibilità di integrare nella pratica clinica l’analisi della fluidità di membrana per individuare i pazienti a rischio di sviluppare complicanze croniche del diabete.