I predittori e i meccanismi della transizione a diabete di tipo 2 (T2D) sono stati chiariti solo in parte. Per questo scopo, abbiamo considerato un’ampia serie di parametri metabolici prodotti con lo studio prospettico e multicentrico IMI DIRECT, valutati in 1458 soggetti bianchi nord-europei a rischio T2D. Alla visita basale, 1059 soggetti erano NGT, 224 IFG, 106 IGT, e 69 IFG&IGT. Dopo 4 anni 106 soggetti sono stati classificati T2D. Abbiamo stimato la sensibilità all’insulina (indice OGIS), i parametri di funzione β-cellulare, e la clearance orale dell’insulina (CLIo) da test orali di tolleranza al glucosio somministrati ai mesi 0, 18 e 48. Abbiamo determinato la composizione dietetica da questionario nelle 24 ore, ai mesi 0 e 48. Abbiamo modellato i dati longitudinali, inclusi i parametri antropometrici, con funzioni lineari del tempo, usando le pendenze come indici di progressione. Abbiamo aggiustato i dati di OGIS per le variazioni di BMI. Abbiamo usato le progressioni (progr) ed i valori basali (bas) dei parametri a disposizione come variabili indipendenti di una regressione logistica multivariata stepwise della transizione a T2D, aggiustata per sesso, età, centro, stagionalità, e HbA1c basale. Gli odds ratio delle variabili selezionate sono presentati in figura. I determinanti più rilevanti sono OGIS e sensibilità al glucosio della β-cellula (GS), sia come basali sia come progressioni, seguiti da CLIo bas e progr (con associazioni positive), da BSA progr, e dalla progressione della secrezione di insulina a glucosio fisso (a digiuno e sotto stimolo). HbA1c bas è meno importante dei valori basali degli altri parametri. Gli zuccheri estrinseci non del latte mostrano un’associazione indipendente negativa. In conclusione: 1) OGIS, parametri di secrezione dell’insulina, CLIo, e BSA hanno ruoli indipendenti nella transizione a T2D; 2) i loro valori basali contano più di HbA1c basale; 3) CLIo bassa o calante nel tempo è indipendentemente associata ad una più rara transizione a T2D; 4) la rilevanza del deterioramento longitudinale dei parametri metabolici in soli 4 anni, indipendentemente dal valore basale, sottolinea l’importanza di interventi preventivi.