Le raccomandazioni nutrizionali per la prevenzione del diabete forniscono indicazioni circa il consumo di alimenti di origine vegetale, mentre per quelli di origine animale viene indicata solo una riduzione globale dei consumi. Tuttavia, i prodotti animali differiscono tra loro per quanto riguarda la composizione in nutrienti (i.e., quantità e qualità di acidi grassi, rapporto grassi saturi/polinsaturi, micronutrienti etc.) e questo può avere un impatto sulla salute. L’obiettivo del lavoro è analizzare le evidenze disponibili da metanalisi di studi prospettici relativamente alla relazione tra consumo di alimenti di origine animale ed incidenza di diabete mellito tipo 2. Metodi: Ricerca sistematica su PubMed, Web of Science, Scopus ed Embase di metanalisi di studi prospettici sulla relazione tra consumo di alimenti di origine animale (i.e., carne, pesce, latticini, uova) e diabete, secondo le linee guida PRISMA, fino a dicembre 2021. La qualità di ciascuna metanalisi inclusa è stata valutata tramite l’AMSTAR, la qualità dell’evidenza è stata valutata con una versione modificata di NutriGrade. Risultati: Sono state incluse 13 metanalisi. Il consumo di carne rossa e carne processata aumenta significativamente il rischio di diabete (22% e 30% per un consumo di 100g/die di carne rossa o 50g/die di carne processata, rispettivamente). Anche il consumo giornaliero di 50g di carne bianca si associa ad un aumentato rischio di diabete, ma in misura minore (+4%). Il consumo di pesce e uova non presenta associazioni significative con il rischio di diabete. I prodotti lattiero-caseari nel loro insieme sono associati ad una riduzione del rischio di diabete di circa il 5%, a condizione che il consumo non superi i 200g/giorno. All’interno di essi, latte e yogurt sono associati con la maggiore riduzione del rischio di diabete (-10% per 200g/die di latte e -6% per 100g/die di yogurt). Conclusioni: L’evidenza indica che il consumo di alimenti gli alimenti di origine animale può modulare il rischio di diabete. Pertanto le raccomandazioni nutrizionali potrebbero essere integrate con indicazioni circa la tipologia e le quantità ottimali di consumo dei prodotti di origine animale.