Razionale: la Malattia Celiaca (MC) è una patologia intestinale autoimmune frequentemente associata al Diabete Mellito tipo 1 (DM1). Non è stato ancora chiarito l’impatto che la MC può avere sugli outcomes correlati al diabete. Scopo: valutare se in pazienti con DM1 la presenza di MC in trattamento con la dieta priva di glutine (GFD) influenza il compenso glicemico e le complicanze microvascolari. Materiali e Metodi: studio retrospettivo, caso controllo, condotto nell’UOC di Diabetologia, AOU Federico II di Napoli. Sono stati inclusi nello studio 34 pazienti con DM1+MC trattati con GFD (Ab anti-transglutaminasi negativi) (età media 30±9 anni, IMC 23±3 kg/m2, durata DM1 18±7 anni, durata MC 15±7 anni) e 66 pazienti con DM1 senza MC comparabili per età, sesso e durata di DM1.
Risultati: il compenso glicemico era simile nei due gruppi (HbA1c 7.8±1.0% vs 7.7±1.1%, p=0.57); nei pazienti con DM1+MC il fabbisogno di insulina prandiale era maggiore rispetto ai DM1 (0.40±0.14 vs 0.31±0.14 UI/kg, p=0.004), a parità di indice di sensibilità insulinica (SEARCH score). I pazienti con DM1+MC presentavano una frequenza di tiroidite autoimmune lievemente ma non significativamente più alta rispetto ai DM1 (41% vs 27%, p=0.16). I due gruppi non differivano per profilo lipidico e valori di pressione arteriosa sistolica mentre la pressione diastolica era più bassa nei pazienti DM1+MC rispetto ai DM1 (PAD 69±9 vs 75±9 mmHg, p=0.003). Non sono state riscontrate differenze nella frequenza/severità delle complicanze microvascolari fra i due gruppi. Tuttavia, i pazienti con DM1+MC presentavano valori di velocità di filtrazione glomerulare (VFG) significativamente più bassi rispetto ai DM1 (100±20 vs 110±16 ml/min/1.73 m2, p=0.007) e questa differenza non era correlata ai principali parametri biochimici ed emodinamici studiati. Conclusioni: in pazienti con DM1, la concomitante presenza di MC in trattamento con la GFD non impatta negativamente sul controllo glicemico né sulle complicanze microvascolari. Tuttavia, i pazienti con DM1+MC tendono ad avere valori di VFG più bassi rispetto ai pazienti con solo DM1. Ulteriori studi potranno chiarire i meccanismi responsabili di tale fenomeno e la sua evoluzione nel tempo.