Introduzione: Numerosi studi hanno dimostrato un miglioramento del controllo glucidico e della qualità di vita in persone con diabete mellito (DM) tipo 1 o 2 in trattamento insulinico multi-iniettivo (MDI), che utilizzino un sensore per monitoraggio del glucosio interstiziale continuo real-time (rt-CGM) o intermittente (FGM); tuttavia le persone anziane hanno minor confidenza con le tecnologie e i dati disponibili sono limitati. Obiettivo: Valutare l’efficacia terapeutica a breve termine della tecnologia FGM in persone anziane con DM tipo 1 o tipo 2 in MDI. Disegno e metodi: Osservazione retrospettiva dei dati metabolici e del report AGP di n. 37 soggetti anziani (75,6±6,0 anni; min 65 e max 89), 22 uomini (59,5%) e 15 donne (40,5%) con DM tipo 1 (n=10, 27%) e 2 (n=27, 73%), in MDI e con variabile durata di malattia (29,1±12,3 anni; min 1 e max 53), utilizzatori regolari da almeno tre mesi di sensore per FGM (10/37 da 3 e 27/37 da >=6 mesi), posizionato dopo i 65 anni (T0 74,7±6,1 anni). Valutazione dei parametri AGP: TIR (tempo % in range 70-180 mg/dl) – TAR (TAR1 181-250 e TAR2 >250 mg/dl) – TBR (TBR1 54-69 e TBR 2 <54 mg/dl) – CV% – A1c stimata nei precedenti 14 gg, a +1, +3, +6 mesi (T1-T2-T3) nell’intero campione e nel sottogruppo utilizzatore della tecnologica da >=6 mesi. In quest’ultimo, anche valutazione della variazione di HbA1c e del fabbisogno/Kg/die di insulina (FIG) da T0 a T3. Risultati: L’uso continuativo del FGM per >=6 mesi ha determinato una riduzione significativa della HbA1c (T0 65,1±8,6 vs T3 60,0±5,5; p=0,002) ma non del FIG (T0 0,64±0,25 vs T3 0,60±0,20; p=0,054); non sono state osservate variazioni significative dei parametri AGP eccetto un rialzo transitorio (T1 -> T2) del TAR1, non confermato a T3. Analizzando l’intero campione, si è confermato e ha la raggiunto la significatività statistica, il risultato di iniziale peggioramento del compenso (T1 -> T2), inteso come riduzione del TIR e aumento del TAR1; non variazioni significative del CV e del TBR. Tabella 1. Conclusioni: L’uso del FGM in persone anziane con DM tipo 1 o 2 andrebbe ulteriormente esplorato, valutandone il vantaggio clinico e psicologico in un campione più ampio e per un tempo di uso più prolungato, con attenzione alla variabilità glicemica e agli episodi di ipoglicemia.