Razionale: la composizione delle lipoproteine, in particolare in fase postprandiale, sembra avere un ruolo importante in termini di rischio cardiovascolare e può essere influenzata dalle abitudini alimentari. Scopo: valutare gli effetti di una dieta naturalmente ricca in polifenoli sulla composizione delle lipoproteine postprandiali in persone ad elevato rischio cardiometabolico. Materiali e metodi: settantotto individui di entrambi i sessi, età 35-70 anni, con circonferenza vita elevata ed almeno un’altra componente della sindrome metabolica, sono stati randomizzati a una dieta ricca (RP) o povera (PP) in polifenoli per 8 settimane. Le diete erano isocaloriche e simili per macronutrienti, fibra e vitamine. Prima e dopo l’intervento, sono state determinate le concentrazioni di lipidi nelle subfrazioni lipoproteiche (ultracentrifugazione in gradiente di densità discontinuo) e apoB-48 nelle VLDL1 (metodo ELISA) durante (0-6 h) un pasto ricco in grassi della stessa composizione delle diete assegnate. È stata valutata l’area totale sotto la curva (AUC) per colesterolo (COL), trigliceridi (TG) e rapporto COL/TG.
Risultati: l’adesione alle diete è stata ottimale. Nelle VLDL1, l’AUC dei lipidi era significativamente più bassa dopo la dieta RP rispetto alla PP (57.5±38 vs. 74±44 mg/dLo6h per il COL; 416±239 vs. 548±272 mg/dLo6h per i TG; M±DS, p<0.05), senza variazioni nel rapporto COL/TG e nella concentrazione di apoB-48. Nelle LDL, l’AUC dei TG era significativamente più alta dopo la dieta RP rispetto alla PP (102±30 vs. 91±31 mg/dLo6h; p<0.001) con una riduzione nel rapporto COL/TG (6.37±5.40 vs. 6.94±4.09 mg/dLo6h; p=0.007). Nelle HDL, l’AUC dei TG era significativamente più bassa dopo la dieta RP rispetto alla PP (107±37 vs. 119±33 mg/dLo6h; p=0.013) con una tendenza alla riduzione dell’AUC del COL e senza variazioni significative nel rapporto COL/TG. Conclusioni: una dieta naturalmente ricca in polifenoli (1) riduce i lipidi delle VLDL1; (2) modifica la composizione delle LDL, arricchendole in TG; (3) riduce i TG nelle HDL. Questi effetti potrebbero influenzare positivamente il rischio cardiovascolare.