Introduzione: le malattie cardiovascolari sono la causa principale di mortalità e morbilità nei soggetti diabetici. Il trattamento con SGLT2-inibitori (SGLT2-I) sembrerebbe ridurre il rischio cardiovascolare modificando il peso corporeo, la pressione arteriosa sistolica (PAS), la pressione arteriosa diastolica (PAD) e il compenso glicemico. Scopo: valutare l’efficacia del trattamento con SGLT2-I sulla modifica dei fattori di rischio cardiovascolari (CV) a breve, medio e lungo termine. Materiali e Metodi: In 146 pazienti è stata introdotta terapia con SGLT2-I, sospesa poi in 16 di questi. Il miglioramento dell’ indice di massa corporea (BMI), dell’emoglobina glicosilata (HbA1c), della PAS, della PAD e del colesterolo LDL (LDL-c) è stato definito in presenza di una modifica >= al 5 % rispetto al controllo precedente o alla presenza di stabilità ma con riduzione della terapia farmacologica. Al momento è disponibile una valutazione a 6 mesi per 91 soggetti e a 12 mesi per 65 soggetti. Risultati: la nostra popolazione (74M/56F), di età media di 61±7 anni, durata di malattia di 10±8 anni e HbA1c 8.2±1.6%, è costituita da soggetti con elevato rischio cardiovascolare per la presenza di una condizione di obesità nel 71%, ipertensione arteriosa nell’80% e ipercolesterolemia nell’79%.
A 12 mesi si è assistito ad una riduzione del BMI nel 45% (29/64), della HbA1c nel 63% (39/62), della PAS nel 56% (34/61), della PAD nel 49% (30/61) e dell’LDL-c nel 62% (10/16) dei pazienti. Tale riduzione sembra avvenire precocemente con una successiva stabilizzazione per il BMI e l’HbA1c mentre gradualmente e progressivamente per la PAS, PAD e per l’LDL-c (Tabella 1). Conclusioni: i dati preliminari del nostro studio confermano il miglioramento dei fattori di rischio CV a breve e medio termine. Dopo una rapida risposta al trattamento si assiste ad una stabilizzazione del grado di compenso glicometabolico e del peso corporeo. L’ampliamento della casistica e del follow-up potrà fornirci indicazioni anche sull’efficacia a lungo termine.