Nonostante i nuovi analoghi dell’insulina e i progressi della tecnologia, il raggiungimento di un buon controllo glicemico senza rischio di ipoglicemie rimane difficile nel diabete di tipo 1 (DM1). Anche se il pancreas artificiale (o sistemi di infusione ad ansa chiusa per l’infusione continua di insulina) sarà presto disponibile per la terapia del DM1, al momento attuale il microinfusore associato al sensore per il monitoraggio in continuo alla glicemia (SAP) rappresenta il gold-standard per il raggiungimento dei migliori risultati in termini di controllo glicemico senza ipoglicemie.
Viene presentato il caso clinico di un giovane con DM1 seguito presso il nostro centro (età 25 aa, durata diabete 10aa, con instabilità glicemica e frequenti ipoglicemie, nonostante già da tempo in terapia con SAP), che ha messo a punto autonomamente un prototipo di pancreas artificiale, utilizzando l’algoritmo predittivo elaborato da Open Artificial Pancreas System (OpenAPS) un software libero e open source (https://openaps.org/) che si è proposto di offrire a tutti la possibilità di fornirsi di un sistema di controllo della glicemia “ad ansa chiusa”. Il sistema è costituito da un microinfusore, un sensore e un computer portatile (Raspberry Pi) che, tramite un’antenna, comunica al microinfusore le modifiche alla velocità di infusione insulinica in base ai dati elaborati dall’algoritmo di controllo. Tutti i dati del sensore e del microinfusore possono essere visualizzati attraverso la piattaforma Nightscout. Il confronto tra i dati clinici di un periodo di 4 settimane in cui usava la SAP con quelli di un periodo di 4 settimane dopo 3 mesi di uso del pancreas artificiale dimostra chiaramente efficacia e maggiore sicurezza (meno ipoglicemie con una minore dose di insulina) del nuovo sistema di infusione insulinica.
Conclusioni: il caso presentato non solo dimostra l’efficacia dell’algoritmo di controllo di OpenAPS nel migliorare nettamente il controllo glicemico con meno ipoglicemie, ma soprattutto come progetti “non ufficiali” nati grazie all’interesse dei pazienti stessi nel migliorare la loro condizione clinica possano contribuire allo sviluppo di nuove tecnologie sicure ed efficaci nel facilitare la difficile gestione clinica del diabete di tipo 1.