Premessa: le ulcere diabetiche agli arti inferiori, soprattutto se profonde, infette e/o ischemiche, rappresentano un importante problema di salute pubblica. L’approccio terapeutico all’ulcera diabetica complessa è molto eterogeneo e i tempi di guarigione estremamente variabili. La riduzione dei tempi di riparazione delle ulcere cutanee rappresenta pertanto un obiettivo importante in merito al quale il laser potrebbe rappresentare una delle nuove opzioni proposte nel campo della riparazione tissutale. Il laser CO2 in particolare può essere adoperato sia come laser terapeutico che chirurgico, permettendo infatti la preparazione del letto della ferita, la sterilizzazione della stessa ed ottenendo un effetto di biostimolazione. Metodi: scopo del presente studio clinico retrospettivo caso-controllo è stato quello di valutare la proporzione di pazienti guariti a 12 mesi con laser CO2 (SmartXide2 – DEKA MELA srl) rispetto all’utilizzo del solo debridement chirurgico tradizionale. Sono stati reclutati solo pazienti (n=118) che presentavano ulcere diabetiche di grado Texas >1 (di qualsiasi eziologia) da oltre 6 mesi.
Risultati: a 12 mesi il 62.0% dei casi vs il 38% dei controlli aveva ottenuto una completa guarigione (p=0.009). La proporzione di guariti a 1, 2, 3 mesi non differiva significativamente tra i due gruppi, mentre a 6 mesi tale differenza raggiungeva la significatività statistica in favore dei casi (p=0.034). Le dimensioni delle lesioni ulcerative si sono significativamente ridotte nei casi a partire dal 3° mese. 15 pazienti (12.7%) sono deceduti, rispettivamente 6 pazienti tra i casi e 9 tra i controlli (p=0.25). Nessun paziente ha subito una amputazione maggiore, mentre rispettivamente 5 casi e 6 controlli sono stati sottoposti ad interventi di amputazione minore senza differenza statisticamente significativa tra i due gruppi (p=0.81). Conclusioni: questo studio suggerisce come l’impiego del laser CO2, come tecnica di debridement nelle lesioni diabetiche difficili (grado Texas>1) sia sicuro ed efficace nell’aumentare le probabilità di guarigione rispetto al debridement chirurgico tradizionale. Tali effetti benefici necessitano, però, di conferme in studi randomizzati di adeguata dimensione e follow-up.