La sindrome di Wolfram (WS) è una rara malattia autosomica recessiva dovuta a mutazioni bialleliche nel gene WFS1. Il fenotipo clinico si traduce tipicamente in diabete mellito ad esordio precoce, diabete insipido, atrofia ottica ad esordio precoce e sordità neurosensoriale. Presentiamo il caso di una paziente di 22 anni, con diagnosi di diabete mellito all’età di 11 anni e neurite ottica bilaterale all’età di 18 anni. Il test genetico ha documentato la variante c.1369A>G; p.Arg457 Gly in omozigosi; la stessa variante, in eterozigosi, è stata identificata nella madre ma non nel padre. La paziente ha successivamente eseguito uno SNParray che ha rivelato due grandi regioni di omozigosi materna in 4p16.3p11 e 4q28.2q32.3. Questa trasmissione matrilineare deriva dalla disomia materna uniparentale del cromosoma 4, fenomeno molto raro per il quale un soggetto è affetto da malattia autosomica recessiva per omozigosi. La paziente era in terapia con insulina glulisina (3 UI a cena) e insulina glargine U100 (7 IU bedtime). Al momento della valutazione presso l’Ambulatorio di Diabetologia dell’Adulto, il compenso glicemico appariva ottimale (HbA1c 40 mmol/mol), il monitoraggio della glicemia (FGM) mostrava TIR 86%, TAR 13%, TBR 1%, con iperglicemie a digiuno al mattino e alcune ipoglicemie a digiuno e post-cena. Per valutare la funzione beta-cellulare residua, è stato eseguito il test del pasto misto (300 Kcal pasto – 54% carboidrati, 17% proteine, 29% lipidi), con i seguenti risultati: glicemia (0-30-60’): 146 – 171-173 mg/dl; insulina (0-30-60’): 5,6 – 16,3 – 18,6 µU/ml; peptide C (0-30-60’): 0,8 – 1,3 – 1,5 ng/ml. Veniva pertanto interrotta terapia insulinica e avviato trattamento con dulaglutide 0,75 settimanale. Dopo 2 mesi, il monitoraggio glicemico mostrava miglioramento in assenza di ipoglicemie (TIR 99%, TAR 1%, TBR 0%), con sostanziale stabilità del dosaggio dell’HbA1c (41 mmol/mol). Gli agonisti del recettore GLP-1 possono quindi rappresentare un’opzione efficace nella WS con secrezione residua β-cellulare, migliorando il controllo glicemico in assenza di rischio di ipoglicemie. Il monitoraggio in continuo della glicemia si conferma una strategia conveniente per documentare gli effetti gluco-metabolici di un cambio di terapia nel breve termine.