Il ventricolo destro (VD) è una camera in grado di tollerare carichi elevati di volume con modesti incrementi della pressione arteriosa, ma in caso di sovraccarico pressorio esso va incontro ad una rapida caduta della portata cardiaca (afterload mismatch). È noto dalla letteratura che, nella valutazione della cardiomiopatia diabetica, l’attenzione è stata per lo più focalizzata sul ventricolo sinistro dimenticando il destro che ha, indubbiamente, un non inferiore impatto prognostico. Al fine di poter identificare già in una fase precoce della malattia diabetica il possibile coinvolgimento del VD, la funzione ventricolare destra è stata valutata in diabetici di tipo 2 di neodiagnosi, in assenza di trattamento farmacologico. A tal fine sono stati arruolati 438 pazienti ambulatoriali (261 maschi e 177 femmine), 113 diabetici neodiagnosticati e 325 controlli. In tutti i soggetti sono stati misurati i principali parametri antropometrici ed emodinamici. L’insulino-resistenza è stata determinata mediante indice HOMA. È stato, inoltre, effettuato un esame ecocardiografico completo con la misurazione dei principali parametri morfologici e funzionali. I diabetici non mostravano differenze statisticamente significative nei parametri morfologici del cuore destro, ma presentavano valori più elevati dell’ indice di performance del miocardio ventricolare destro (IPMdx50.5 vs. 36.1, p<0.0001). Tale indice, che combina insieme funzione sistolica e diastolica risulta prolungato nelle fasi precoci di disfunzione ventricolare. I diabetici presentavano una minore efficienza del VD (EVdx, 11.07 vs 14.6, p=0.001), data dal rapporto tra l’escursione sistolica dell’anello tricuspidalico e le resistenze vascolari polmonari, e valori più elevati di pressione polmonare sistolica (PAPs, 31.9 vs. 27, p=0.028), rispetto ai controlli. È stato testato l’effetto di differenti covariate emodinamiche e metaboliche su EVdx ed IPMdx in un modello di regressione dapprima lineare e successivamente multipla. L’HOMA risultava essere il pricipale predittore sia di EVdx che IPMdx. In conclusione, in diabetici di tipo 2 di neodiagnosi vi sono già alterazioni funzionali subcliniche delle camere destre almeno in parte giustificate dal peggior grado di insulino-resistenza.