La famiglia dei GLP1-RA ha ampliato le possibilità terapeutiche nel Diabete Mellito Tipo 2 (DMT2), soprattutto dopo l’avvento della NOTA 100, che ha ampliato la loro possibilità di utilizzo con le gliflozine, divenendo una valida alternativa all’uso di terapia insulinica. Numerosi studi hanno confermato la loro efficacia sul controllo glicometabolico e il ruolo nella prevenzione cardio-nefro-vascolare, ma soprattutto la loro spiccata azione sul calo e controllo ponderale, che lo rendono ideale nella maggioranza dei pazienti diabetici affetti da sindrome metabolica. A ciò si associa un ruolo nascente nella NAFLD, dove gli studi hanno dimostrato il miglioramento di tutti i parametri istologici epatici, compresa la fibrosi. Su questa scia abbiamo voluto intraprendere il nostro studio retrospettivo, valutando i pazienti che in 12 mesi avevano iniziato terapia con GLP1-RA con almeno un follow-up ed afferenti alla nostra Clinica di Endocrinologia: sono stati arruolati 112 pazienti, di cui 40 femmine (BMI 32,98) e 72 maschi (BMI 32,71Kg/m2). I dati hanno confermato una riduzione del BMI (p<0.0001), GOT (p=0.0002), GPT (p<0.0001), LDL (p<0.0001) ed incremento di HDL (p<0.0001). Dai dati non è emersa una correlazione significativa tra la diminuzione del BMI e il miglioramento degli indici epatici nelle Femmine (GOT: p=0,101; GPT: p=0,373), ma si è riscontrata nei Maschi (GOT: p=0,011; GPT: p=0,008). Si è dimostrata una correlazione significativa tra la riduzione delle LDL e il miglioramento della sola GPT, sia nella popolazione maschile (<0,011) che femminile (p<0,035). Da questi dati preliminari le GPT sembrerebbero essere il miglior parametro diretto per la valutazione dell’efficacia terapeutica sulla protezione epatica. Questi risultati inoltre rafforzano l’importanza di portare e mantenere il paziente con DMT2 a livelli di LDL sotto il target. Nei pazienti affetti da NAFLD, verosimilmente, sarebbe necessario un controllo ancora maggiore al fine di prevenire l’evoluzione della patologia e lo sviluppo delle complicanze. Saranno necessari ulteriori studi, su pazienti con patologia epatica nota, per confermare i dati di protezione ed eventuale recupero di funzione epatica indotti dalla classe GLP1-RA. Sarà interessante, aumentando la casistica in futuro, valutare quanto il miglioramento dei parametri dipenda dal farmaco e quanto dal calo ponderale.