L’OGTT viene consigliato dall’American Diabetes Association per valutare lo stato di glucotolleranza. Il riscontro di glicemia basale (G0) > 125 mg/dl e/o di glicemia a due ore dal carico (2hG) > 199 mg/dl, permette la diagnosi di diabete mellito.
In accordo con tali cut-offs, sono pertanto possibili 3 modalità di presentazione della malattia diabetica. La prima con G0 > 125 mg/dl con 2hG < 200 mg/dl, la seconda con G0 < 126 mg/dl e 2hG > 199 mg/dl e la terza con G0 > 125 mg/dl e 2hPG > 199 mg/dl.
In questo studio abbiamo considerato le prevalenze delle tre modalità di presentazione del diabete tramite l’OGTT e valutato eventuali differenze riguardo l’insulino resistenza/sensibilità e l’insulino secrezione.
Su una serie di 1856 OGTT eseguiti in soggetti ambulatoriali nell’arco di 20 anni, abbiamo così selezionato 275 soggetti (144 M) risultati affetti da diabete mellito di nuova diagnosi. In tutti i soggetti abbiamo considerato oltre G0 e 2hG, i rispettivi valori insulinemici (Ins0 e 2hIns) e l’HbA1c. Inoltre sono stati calcolati l’indice di insulino resistenza HOMA, utilizzando la formula (PG0 x Ins0)/22.5 e indici di insulino sensibilità e di insulino secrezione, ISI e ISS, secondo le formule di Stumvoll che utilizzano G0, 2hG, Ins0 e 2hIns.
Il 27.3% dei diabetici (n=75, gruppo A), apparteneva al primo modello, il 46.2% (n=127, gruppo B) apparteneva al secondo e il 26.5% (n=73, gruppo C) al terzo. Quest’ultimo gruppo presentava valori di HbA1c e HOMA significativamente più alti e di ISS significativamente più bassi rispetto ai gruppi B e A. Inoltre il gruppo A mostrava ISI significativamente più alta rispetto ai gruppi B e C, mentre ISS era significativamente più bassa rispetto al gruppo B.
Questi risultati evidenziano la notevole e non prevedibile eterogeneità di presentazione della malattia diabetica svelata dall’OGTT. Inoltre un minor deterioramento della glicemia post-carico sembra associarsi a una minore compromissione dell’insulino sensibilità e dell’insulino secrezione.