Introduzione: degludec rispetto a glargine presenta emivita più lunga e sembra associarsi a minore variabilità glicemica. Il rischio ipoglicemico, seppur significativamente inferiore con degludec rispetto a glargine, risulta ridotto con entrambi gli analoghi. Tuttavia bisogna tener conto che nei principali trial la registrazione delle ipoglicemie si basa sugli eventi autoriportati. Obiettivo: riteniamo importante verificare il vantaggio clinico di degludec e identificare sottopopolazioni di soggetti con diabete che potrebbero beneficiarne. Pertanto il nostro obiettivo è stato valutare l’effetto del passaggio da insulina basale glargine a degludec sul controllo glicemico mediante monitoraggio glicemico in continuo (CGM) in pazienti con Diabete Mellito di tipo 1 (DM1) in terapia insulinica basal bolus con compenso glicemico stabile. Metodi: in 12 pazienti con DM1, abbiamo registrato il monitoraggio retrospettivo della glicemia (iPro2-Medtronic) per 6 giorni, prima del passaggio da glargine a degludec e 6 mesi dopo. Sono stati determinati l’emoglobina glicata (HbA1c) e gli indici di variabilità glicemica ed è stato misurato il tempo trascorso fuori dall’obiettivo glicemico (ipoglicemia e iperglicemia). Risultati: dopo il passaggio da glargine a degludec la HbA1c (7,2±0,3%vs 7,6 ±0,2), il BMI(22 ± 1 vs 21,9±1 Kg/m2) e il fabbisogno insulinico(0,47 vs 0,5 UI/Kg/die ) non sono variati significativamente. Non è risultato differente neppure il tempo trascorso in iperglicemia (>180 mg/dl: 44 vs 37,7 ore); ipoglicemia moderata (<70 mg/dl: 7,3 vs 6,4 ore); ipoglicemia seria (<54 mg/dl: 0,8 vs 1 ora). È risultata simile nei due gruppi anche la variabilità glicemica calcolata con i vari indici: area under curve AUC; continuous overlapping net glycemic action CONGA; blood glucose rate BGR; low blood glucose index LBGI. Conclusioni: in questo gruppo di pazienti con DM1 ben controllato, il passaggio da glargine a degludec è risultato sicuro, ma senza evidenti vantaggi clinici. Degludec e glargine sono entrambi analoghi sicuri ed efficaci nei pazienti con DM1 con compenso glicemico accettabile (HbA1c 7,2%%) ma non rigoroso. Lo scenario potrebbe variare se si prendessero in considerazione pazienti con controllo glicemico stringente (HbA1c <7%) e maggiore rischio ipoglicemico.