Il diabete è condizione ad elevata diffusione e complessità. Tra le sue temibili complicanze, il “piede diabetico” (PD) è associato a maggiori tassi di mortalità per complicanze cardiovascolari e disabilità per amputazione specialmente in presenza di copatologie internistiche diabete-relate. Per questo motivo, le linee guida internazionali suggeriscono che la presa in carico da parte di un team multidisciplinare è in grado di migliorare gli outcomes. Tra le condizioni associate alla malattia diabetica è descritta la steatosi epatica non-alcoolica (NAFLD), con prevalenza media nella popolazione generale del 24% e prevalenza più che raddoppiata nei soggetti diabetici. La NAFLD è associata ad un aumento del rischio di eventi cardiovascolari fatali e non del 64%. La prevalenza di NAFLD nei soggetti con sindrome del piede diabetico non è nota e neppure se tale associazione sia fattore di rischio per incremento di mortalità e/o amputazione. In provincia di Modena dal 2018 esiste specifico percorso (PDTA) per la cura del paziente con PD, organizzato su tre livelli di assistenza progressivi; presso la AOU Modena, Livello 3 del PDTA provinciale, la cura del paziente con PD acuto complicato avviene attraverso un Team Multidisciplinare coordinato da referente medico internista su posti letto dedicati all’interno del Reparto di Medicina Interna ad indirizzo metabolico. È stato effettuato uno studio retrospettivo su 279 soggetti ricoverati con PD complicato nel periodo maggio 2018-dicembre 2021 in cui le caratteristiche generali della popolazione, e le variabili esaminate (presentazione clinica, tipo e durata del diabete, indicatori bioumorali, copatologie, anamnesi farmacologica, presenza di steatosi epatica e biomarcatori di fibrosi epatica) sono state correlate agli interventi eseguiti durante il ricovero. Circa il 44% dei soggetti esaminati presentavano storia di cardiopatia ischemica; il 41% insufficienza renale cronica, il 50% dei soggetti presentavano steatosi epatica, di cui il 13% con fibrosi di grado severo. L’analisi multivariata ha mostrato che il rischio di amputazione è significativamente associato a valori di HbA1C, presenza di osteomielite, valori di Proteina-C reattiva e SINBAD score mentre scores di fibrosi epatica avanzata valutata attraverso biomarcatori sembrano associati a riduzione del rischio.