Background: L’indice trigliceridi-glucosio (TyG-i) è un marker alternativo affidabile di insulino-resistenza e un predittore indipendente di eventi cardiovascolari (CVD); tuttavia, il valore prognostico di TyG-i nel diabete tipo 2 (DMT2) rimane scarsamente esplorato. Materiali e metodi: In uno studio osservazionale prospettico sono stati arruolati 961 DMT2 (follow-up medio di 13.1±2.8 anni); lo stato in vita era disponibile per tutti i soggetti, i dati per i CVD maggiori per 947 DMT2. I pazienti sono stati suddivisi in terzili (T1-T3) in base al loro TyG-i basale (ln [trigliceridi a digiuno (mg/dL) x glucosio a digiuno (mg/dL) / 2]); le soglie dei terzili erano 8.97 e 9.51. Risultati: Al follow-up, 229 (23.8%) soggetti erano deceduti (18.25 x 1000 PY), CVD maggiori si sono verificati in 273 (28.8%; 25.68 x 1000 PY), eventi coronarici (CHD) in 181 (19.1%; 16.20 x 1000 PYs), ospedalizzazione per insufficienza cardiaca (hHF) in 82 (8.7%; 6.79 x 1000 PY), eventi cerebrovascolari (CVE) in 101 (10.7%), eventi vascolari periferici (PVE) in 39 (4.1%), ESRD in 71 soggetti (7.5%; 5.87 x 1000 PY). I CVD maggiori (24.2%, 25.6% e 36.7%; Kaplan-Meier (KM) p=0.001) e i CHD (14.5%, 17.1% e 25.9%; p=0.001) aumentavano con i terzili di TyG-i. Tutti gli altri endpoint (inclusa la mortalità) mostravano un’incidenza crescente tra i terzili di TyG-i senza raggiungere la significatività statistica. In regressione di Cox non corretta, l’incidenza cumulativa di CVD maggiori e CHD aumentava significativamente con il terzile di TyG-i più elevato (T3 vs T1, HR 1.65, 95% CI 1.24-2.20, p=0.001 per CVD maggiori; HR 1.91, 1.33-2.74, p<0.0001 per CHD) o marginalmente (T3 vs T1, HR 1.99, 0.93-4.29, p=0.078 per PVD). Dopo correzione per età, durata del diabete, età alla diagnosi, sesso, BMI, fumo attivo, HbA1c, acido urico, fibrinogeno, ipertensione, dislipidemia, precedenti CVD, CKD, retinopatia e neuropatia periferica, il rischio di CVD maggiori e di CHD aumentava attraverso i terzili (T3 vs T1, 1.96, 95% CI 1.44-2.67, p<0.0001 per CVD maggiori e 2.03, 1.40-2.93, p<0.0001 per CHD). Conclusioni: L’indice TyG era significativamente e indipendentemente associato a CVD maggiori e CHD, suggerendone il possibile impiego quale marker per la stratificazione del rischio cardiovascolare nel DMT2.