I pazienti con diabete di tipo 1 si caratterizzano da uno stato ipercatabolico imputato all’ipo-insulinizzazione del fegato e conseguente eccessivo utilizzo ossidativo epatico dei substrati. Lo scopo di questo studio è stato quello di testare l’ipotesi secondo la quale questa alterazione metabolica possa essere presente anche in pazienti obesi affetti da diabete di tipo 2. Abbiamo quindi valutato retrospettivamente, nei pazienti screenati per un potenziale intervento di chirurgia bariatrica presso il nostro centro, il dispendio energetico a riposo (con la calorimetria indiretta) e la composizione corporea (con la bioimpedenziometria corporea) di 83 pazienti con diabete di tipo 2 comparandoli ad un sottogruppo di soggetti non diabetici, in rapporto 1:2, della stessa coorte (n=166) selezionati per avere caratteristiche antropometriche non differenti (età: 52±10 vs. 51±8 anni, BMI: 44±8 vs. 43±6 kg/m2; genere 74% vs 72% donne; p=ns). I due gruppi avevano differente glicemia a digiuno (146±46 vs 100±15 mg/dL; p<0.0001), Hb glicata (7.4±1.5% vs. 5.7±0.4%; p<0.001) e HOMA-IR (10±8 vs 6±4; p<0.0001). I pazienti con diabete avevano dispendio energetico a riposo più elevato sia quando espresso come dispendio assoluto, che normalizzato per kg di massa libera da grasso (31±4 vs 30±5 Kcal/kg di massa libera da grasso/die±; p=0.007) o ancora come rapporto tra dispendio predetto secondo equazioni di Harris-Benedict e dispendio misurato (97±11% vs 91±10%; p<0.0001). Il quoziente respiratorio non era invece differente (0.87±0.11 vs 0.88±0.13; p=0.45). L’aumentato dispendio energetico era più marcato nei pazienti diabetici in cattivo compenso (Hb glicata >7.5%: 33±5 Kcal/kg di massa libera da grasso/die) rispetto a coloro che erano in buon compenso (Hb glicata <7.5%: 31±4; p<0.001) ma il 47% di questi ultimi aveva comunque un dispendio energetico ai limiti superiori e comparabile a quello dei pazienti non diabetici nel quarto quartile di dispendio energetico. In conclusione pazienti obesi ed insulino resistenti affetti da diabete di tipo 2 mostrano uno stato di moderato ipermetabolismo, le cui conseguenze sulla storia naturale e complicanze del diabete nel lungo termine, nonché sulle sue eventuali co-morbidità, rimane da approfondire.