Il ruolo dei livelli sierici della componente amiloide P (SAP), pentraxina appartenente alla stessa famiglia della proteina C reattiva (CRP), sul rischio di mortalità generale nel diabete tipo 2 (T2D) non è mai stato analizzato e rappresenta lo scopo di questo studio. A tale fine abbiamo utilizzato 3 coorti indipendenti di pazienti con T2D: il Gargano Heart Study-prospettico (GHS; n=358; follow-up=5.7±2.5 anni; 81 eventi per mortalità generale), il Gargano Mortality Study (GMS; n=650; follow-up=10.7±3.5 anni; 190 eventi) e il Foggia Mortality Study (FMS; n=527; follow-up=7.1±2.6 anni; 143 eventi). Come controllo positivo è stato analizzato il ruolo di CRP sulla mortalità generale.
In tutti e 3 gli studi, in un modello comprendente entrambe le proteine, sia CRP che SAP predicono la mortalità: HR: (95% IC) = 2.0 (1.6-2.5), 1.8 (1.5-2.0), 1.3 (1.1-1.5) per CRP e 0.7 (0.7-0.8), 0.8 (0.6-0.8), 0.8 (0.7-0.9) per SAP nel GHS, GMS e FMS, rispettivamente.
In una meta-analisi per dati individuali di tutti i 1,538 soggetti (follow-up=8.2±3.7 anni; 417 eventi) aggiustato per età, sesso, fumo, BMI, HbA1c, durata del diabete e trattamenti dell’iperglicemia, dell’ipertensione arteriosa e della dislipidemia, sia CRP che SAP predicono la mortalità: HR (95% IC) = 1.5 (1.3-1.6) e 0.8 (0.7-0.9) per CRP e SAP, rispettivamente. Si osserva inoltre, una significativa interazione fra le due molecole nel modulare il rischio di morte p = 0.001. A questo proposito, SAP predice la morte nel sottogruppo con CRP alta, ma non bassa (>= o < del valore mediano): HR (95% IC) 0.8 (0.7-0.9) e 1.0 (0.9-1.2), rispettivamente (p di eterogeneità degli HR = 0.02).
Rispetto ai pazienti più protetti, cioè con CRP bassa e SAP alta (n=221, 41 eventi), i pazienti più a rischio, cioè con CRP alta e SAP bassa (n=150, 110 eventi) hanno un rischio di mortalità estremamente elevato: HR (95% IC) = 2.9 (1.9-4.4).
In conclusione, nei pazienti con T2D: i) SAP predice il rischio di morte interagendo con CRP; ii) l’uso combinato dei due marcatori aumenta notevolmente la capacità predittiva, suggerendone la possibile utilità clinica.