Introduzione: I sistemi Hybrid Closed Loop (HCLS) e Sensor Augmented Pump (SAP) migliorano notevolmente il controllo glicemico nei pazienti con diabete tipo 1 (DT1). Tuttavia, l’ottimizzazione delle loro prestazioni richiede la corretta somministrazione del bolo prandiale da parte del paziente. Scopo: Esplorare se: 1) i pazienti in HCLS o SAP iniettano tempestivamente il bolo prandiale, 2) i boli ritardati influenzano il controllo della glicemia, 3) la frequenza dei boli ritardati è associata alla paura dell’ipoglicemia. Materiali e metodi: Hanno partecipato allo studio pazienti con DT1 in terapia con HCLS (n=122) o SAP (n=31), 80 donne e 73 uomini, età 42±14 anni, durata del diabete 25±11 anni, utilizzo del microinfusore da 10±6 anni. Due diabetologi (RT, RDA) hanno esaminato in modo indipendente i report di due settimane di CGM e microinfusore. I boli ritardati erano assegnati quando il bolo prandiale era preceduto nel report CGM da un aumento rapido e marcato della glicemia che indicava l’inizio della risposta postprandiale. Per l’analisi, è stata utilizzata la media delle due letture. I pazienti hanno completato un questionario online autosomministrato sulla paura dell’ipoglicemia. Risultati: Il numero di boli di insulina ritardati nell’arco di 2 settimane era compreso tra 1 e 24 (9,2±4,4). Il numero di boli ritardati era correlato inversamente al TIR (r= -0,441) e direttamente a GMI (r= 0,356), CV (r= 0,290), TAR>250 (r= 0,412) e TAR>180 (r= 0,303) (p<0,001 per tutti). Il numero di boli ritardati era inoltre direttamente correlato alla paura dell’ipoglicemia se questa si verificava in condizioni di solitudine, di notte, con perdita di coscienza o era inabilitante per il lavoro. Conclusioni: I boli ritardati di insulina nei pazienti con DT1 in terapia con tecnologie avanzate sono molto comuni (in media 1 su 5 pasti) e sono associati ad un significativo peggioramento del controllo glicemico. I risultati di questo studio indicano che occorre prestare adeguata attenzione alla tempistica della somministrazione del bolo prandiale anche nei pazienti con tecnologie avanzate, intervenendo anche sulla paura dell’ipoglicemia.