Diversi autori ipotizzano che la variabilità della pressione arteriosa e del compenso glicemico siano fattori coinvolti nell’aumento del rischio CVD indipendentemente dal loro valore assoluto. Tramite meccanismi comuni potrebbero entrambe determinare stiffness della parete arteriosa, disfunzione autonomica, disfunzione endoteliale, infiammazione sistemica e stress ossidativo ma altri fattori come l’aderenza terapeutica, potrebbero influenzarle. Lo scopo di questa analisi trasversale è stato quello di misurare il coefficiente di variazione (CV) della pressione arteriosa sistolica ottenuta in posizione seduta e il CV della HbA1c in 818 pazienti in condizioni cliniche stabili che hanno eseguito almeno quattro visite nel nostro centro diabetologico tra il 2013-15 per valutare la loro reciproca influenza nell’associazione alla stima del rischio CVD calcolato con lo UKPDS Risk Engine. I CV della pressione arteriosa sistolica e della HbA1c non correlavano tra di loro ed erano entrambe associati ad un maggiore rischio di malattia coronarica fatale e non fatale e di ictus cerebri fatale e non fatale anche aggiustando l’analisi per la terapia farmacologica e reciprocamente per la variabilità dell’altro parametro. Nell’analisi multivariata il CV della pressione arteriosa era predittore del rischio di tutte le condizioni mentre il CV della HbA1c era predittore indipendente solo di ictus fatale e non fatale. Quando l’analisi multivariata veniva ripetuta nel sottogruppo di individui in prevenzione cardiovascolare primaria (n=540, senza pregresso evento, procedura di ri-vascolarizzazione o equivalenti di evento) sia il CV della pressione arteriosa che quello della HbA1c erano indipendentemente associati solo all’ictus fatale e non fatale. Anche una 2-way ANOVA analisi ha documentato un effetto indipendente, e non additivo, dei CV di pressione sistolica e della HbA1c. In conclusione il risultato della nostra analisi conferma l’ipotesi secondo la quale nei pazienti con diabete di tipo 2 un controllo non stabile sia della pressione arteriosa che del compenso glicemico si associano a rischio più elevato di malattia cardiovascolare, e dimostra che questa associazione è indipendente ma non è additiva.