Il ruolo dell’accumulo di tessuto adiposo a livello intrapancreatico nello sviluppo del diabete di tipo 2 (T2D) è ancora oggetto di studio. La dedifferenziazione delle cellule β rappresenta uno dei meccanismi responsabili della scomparsa delle cellule β nel T2D, ma il suo ruolo, e presenza, nel prediabete è ancora sconosciuto. Lo scopo del nostro studio era quello di indagare il processo di dedifferenziazione e il tessuto adiposo intrapancreatico prima dell’insorgenza del diabete. 8 campioni di pancreas di soggetti non diabetici sottoposti a chirurgia pancreatica, nei quali era stata eseguita una curva da carico di glucosio (OGTT) sono stati analizzati morfologicamente. Sulla base dell’OGTT eseguita nel preoperatorio, i soggetti sono stati divisi in 3 gruppi di tolleranza glucidica: normotolleranza (NGT, n=3), alterata tolleranza (IGT, n=3) o diabete di nuova diagnosi (DM, n=2). La percentuale di cellule dedifferenziate è stata definita come la percentuale di cellule che conservano le caratteristiche di cellule endocrine (immunoreattività alla sinaptofisina) ma non esprimono più nessun ormone insulare. La percentuale di tessuto adiposo bianco intraparenchimale (iWAT) è stata calcolata invece come la % del tessuto pancreatico occupato dal tessuto adiposo bianco. La % di iWAT è risultata significativamente più alta nei pazienti con DM rispetto a NGT e IGT (DM 43,79±20,83%, IGT 10,67±8,5%, NGT 4,43±4,37%; p=0,03). Abbiamo osservato un aumento progressivo e significativo della percentuale di cellule dedifferenziate, parallelamente al peggioramento della tolleranza al glucosio (da NGT a IGT a T2D; 4.8±3.8; 32,37±7.4; 40,38±19% rispettivamente; p=0.02). Infine, abbiamo trovato una correlazione positiva tra % iWAT e la % di cellule dedifferenziate (r= 0,7; p=0,0052). In conclusione, abbiamo osservato un progressivo aumento del iWAT e della % di cellule dedifferenziate parallelamente al peggioramento della tolleranza al glucosio. I nostri dati suggeriscono che, prima dell’insorgenza del diabete, l’accumulo di iWAT potrebbe essere coinvolto nel processo di dedifferenziazione e, pertanto, potrebbe diventare un nuovo potenziale obiettivo per frenare l’insorgenza del diabete.