Introduzione: la steatosi epatica, comunemente associata al diabete di tipo 2 (DM2), rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di fibrosi epatica e carcinoma epatocellulare. Liraglutide è un analogo del GLP-1 utilizzato nella terapia del DM2 che, in modelli murini, si è dimostrata efficace nel migliorare il danno cellulare legato alla steatosi epatica, riducendo la lipogenesi. Scopo di questo studio è stata la valutazione degli effetti a lungo termine (5 anni) di Liraglutide sul quadro di steatosi epatica in una coorte di pazienti diabetici. Metodi: studio osservazionale longitudinale condotto su pazienti affetti da DM2 arruolati consecutivamente dal 01.01.2011 al 30.10.2016 e posti in terapia con Liraglutide. Sono stati valutati semestralmente: parametri antropometrici e glicemici, quadro lipidico, AST, ALT, GGT ed il Fatty Liver Index (FLI). Valori di FLI >60 depongono per la presenza di steatosi epatica, mentre valori <30 tendono ad escluderla. Risultati: sono stati reclutati 82 pazienti (38 M, 44 F) con età (media±DS) di 59.7±11.2 anni e follow-up ad 1 anno; tra questi, 38 pazienti (25 M, 13 F; età 57.3±9.1 anni) disponevano di un follow-up a 5 anni. I valori di FLI si sono significativamente ridotti rispetto al basale dopo 1 anno (85.2±18.1 vs 78.1±25.3, p<0.01), mantenendo tale riduzione a 3 (85.3±13.9 vs 73.1±21.9, p<0.0001) e 5 anni (85.3±13.9 vs 76.2±21.9, p<0.01). Le variazioni del FLI sono correlate alle variazioni di BMI (β=0.55, p<0.0001), trigliceridi (β=0.46, p<0.0001) ed HbA1c (β=0.22, p<0.01). Già dopo 1 anno sono emerse riduzioni della glicemia a digiuno (p<0.0001), HbA1c (p<0.0001), BMI (p<0.0001), colesterolo LDL (p<0.05) e GGT (p<0.001), mantenutesi poi anche a 3 e 5 anni. Conclusioni: Liraglutide si è dimostrata efficace nel migliorare la steatosi epatica a lungo termine in pazienti con DM2; tale effetto sembra essere secondario soprattutto al calo ponderale, essendo il BMI il maggior predittore degli indici di epatosteatosi. Il farmaco ha inoltre confermato la propria “durability” nel migliorare il compenso glicemico e nel favorire un significativo decremento ponderale.