L’IDF stima che 425 milioni individui nel mondo (l’8,8% di adulti tra i 20 e i 79 anni) abbiano il diabete. Ciò ha un impatto sociale per le persone malate e le loro famiglie e un notevole peso economico per i sistemi sanitari. Nel 2017 la spesa per l’assistenza sanitaria degli adulti con diabete tra (20-79 anni) è stata di circa 727 miliardi di dollari. L’attività fisica aiuta a migliorare il controllo glicemico, favorire il mantenimento di un peso corporeo ottimale, ridurre il rischio cardiovascolare, contrastare l’epatosteatosi e migliorare la qualità di vita percepita. Per questo le società scientifiche (ACSM, AHA, SID) raccomandano alle persone con DM2 di praticare almeno 150 minuti di attività fisica aerobica di moderata intensità e/o almeno 90 minuti di esercizio fisico intenso a settimana e di associare due sedute di attività contro resistenza. La prevenzione deve essere alla base della risposta globale delle NCDs riducendo l’esposizione a fattori di rischio modificabili come l’inattività fisica e la sedentarietà. Questo lavoro mostra risultati ottenuti da pazienti con DM2 partecipando a due differenti programmi di attività motoria: esercizio fisico in palestra (PAL) e attività motoria all’aperto con il nordic walking (NW). Metodi 160 persone (33-75 anni) con diabete di tipo 2 hanno partecipato ad un programma di esercizio fisico strutturato di 24 incontri totali (2/settimana) presso il C.U.R.I.A.Mo. Erano previsti due percorsi:l’intervento in palestra, con attività motoria di tipo misto secondo la metodica del circuit training e l’attività outdoor in cui i partecipanti camminavano in gruppo, secondo la tecnica del NW; si è svolto un lavoro ad intensità incrementale (50%-65% della frequenza cardiaca). Sono state valutate misure antropometriche, pressorie ed ematochimiche per gruppi di attività e successivamente comparando le attività (soggetti appaiati per caratteristiche simili). Risultati: non emergono differenze nelle variabili misurate per effetto dei due trattamenti. Il programma con NW, più economico e meglio adattabile a varie problematiche di salute, risulta attuabile in un intervento multidisciplinare per il miglioramento dello stato di salute di persone con DM2, anche al di fuori del contesto clinico. Sarà utile valutare gli effetti a lungo termine.