Retinopatia nel Diabete tipo 1 e OCTa: uno studio trasversale sul ruolo della variabilità glicemica

La retinopatia diabetica (RD) costituisce, nei paesi industrializzati, la principale causa di cecità nei soggetti in età lavorativa. La semplicità di esecuzione dell’angio OCT, senza necessità di mezzo di contrasto, rende tale metodica versatile ai fini della precoce individuazione di alterazioni retiniche a rischio di perdita del visus. L’obiettivo primario di questo studio (RED OCTOBER) consiste nel correlare la presenza di precoci alterazioni della retina individuabili mediante il parametro vascolare retinico del plesso capillare profondo (VD-DCP) ottenuto mediante OCTa con il valore del coefficiente di variabilità glicemica (CV) degli ultimi 3 mesi riportato dal sistema di monitoraggio in continuo della glicemia. Tra gli obiettivi secondari abbiamo la correlazione con altri parametri vascolari e strutturali retinici e coroideali e altri indicatori di controllo glicemico quali il time in range, il time in ipoglicemia ed iperglicemia. Si tratta di uno studio trasversale osservazionale su un campione che per il momento consiste di 25 pazienti (su 66 previsti per dimensione campionaria) con diabete tipo 1 in compenso glicemico sub-ottimale (HbA1c<8%) con assenza di RD o con forme lievi di RD non proliferante diagnosticate mediante analisi del fundus oculi. Dall’analisi preliminare dei dati emerge una tendenza di correlazione inversa, che non raggiunge la significatività statistica, tra il CV e la VD-DCP (si può ipotizzare che un aumento della variabilità glicemica possa aggravare il quadro di microangiopatia) e una tendenza di correlazione positiva non statisticamente significativa ma consistente tra HbA1c e VD-DCP. La scarsa rappresentatività del campione analizzato, costituito da pazienti con valore medio di HbA1c a target terapeutico, non consente di trarre conclusioni definitive. Tale limitazione è riconducibile alla gestione di questi pazienti da parte di un centro diabetologico ad alta specializzazione. Appare necessaria una modifica del piano previsto di analisi inserendo tra i possibili determinanti il tempo trascorso in ipoglicemia relativo ai tre mesi precedenti la valutazione.