Introduzione: è noto che la terapia di deprivazione androgenica (TDA) aumenti il rischio di eventi cardiovascolari (CV) non fatali e fatali. Tuttavia non vi sono studi che abbiano utilizzato le carte del rischio CV del Progetto Cuore per stimare la probabilità di sviluppare un primo evento nei 10 anni successivi in pazienti con Cancro Prostatico (CaP) in TDA. Materiali e Metodi: sono state analizzate in maniera retrospettiva, longitudinalmente, le caratteristiche biochimiche, antropometriche ed istologiche prostatiche di 335 soggetti di sesso maschile di razza caucasica reclutati in maniera sequenziale, con età media di 68 anni. Sono stati arruolati 119 soggetti: 84 affetti da CaP, 35 affetti da Prostatite cronica e 44 sani (gruppo di controllo). Tra i soggetti con CaP in base all’aggressività tumorale (tre classi di rischio): il 3,6% sono stati sottoposti a vigile attesa, il 39% a terapia chirurgica (prostatectomia radicale), il 30% a TDA, il 14% a radioterapia+ TDA, il 13% a terapia chirurgica+ radioterapia. Risultati: i controlli sani rispetto ai soggetti con CaP maggiormente aggressivo, hanno valori di body mass index e circonferenza vita minori e di HDL maggiori. In tutti i gruppi terapia, dopo sei mesi di follow-up, vi è un incremento significativo della glicemia e del colesterolo totale; solo nel gruppo ADT concomita un incremento significativo del colesterolo LDL, trigliceridi, numero di elementi della Sindrome Metabolica. Quando vengono splittati in gruppi di età, solo il gruppo di soggetti con età maggiore a settanta anni in ADT, dopo sei mesi di follow-up, si riscontra un incremento dei valori glicemici (da 102 a 114 mg/dl p<0,005), colesterolo totale (da 166 a 209 mg/dl p<0,005), LDL, (da 90 a 143 mg/dl p<0,005), trigliceridi (da 117 a 141 mg/dl p<0,005), numero di elementi della SM (da 2 a 3 p<0,005) e classe di RCV (da 2 a 3 p=0,005) ed un decremento di HDL (da 45 a 37 mg/dl p<0,05). Conclusioni: la TDA nei soggetti ultra settantenni con CaP si associa ad un incremento della classe di rischio CV ed un peggioramento dei fattori di rischio cardiovascolare.