Introduzione: A inizio pandemia vista l’elevata mortalità da COVID-19 dei pz plurimorbidi, sono stati ricercati diversi approcci terapeutici anche tra farmaci ipoglicemizzanti come gli SGLT-2i, per i loro effetti pleiotropici di protezione cardiovascolare sia nei soggetti diabetici che in quelli non diabetici e per il riscontro sperimentale di proprietà antiinfiammatorie. Caso clinico: M 75 anni, DM2 noto da 20 anni. RNP di grado moderato bilaterale, ACR+, iperteso, dislipidemico, pregressa HBV. 2018 scompenso glicemico durante terapia con metformina+gliclazide 60 mg. Si avviava terapia con insulina basale e SGLT2i/met. 6 mesi dopo: HbA1c 6,2%, lieve chetonuria, BMI 22 kg/m2. Emergeva che aveva ridotto in autonomia per lieve disconfort l’SGLT-2i/met, per cui veniva sospeso SGLT2i e proseguiva terapia con metformina e gliclazide a scalare. 21/12/20: HbA1c 7.4%; alcuni picchi iperglicemici oltre i 250 mg%, BMI 25,5 Kg/m2: si proponeva GLP1 che il pz rifiutava. Si decideva perciò di riavviare terapia con empaglifozin/metf 5/1000mgx2/die associato a gliclazide 30mg. 1 mese dopo, il pz si recava in Ps per importante sensazione di malessere: tampone molecolare per COVID-19 negativo; EGA mostrava grave chetoacidosi (PH 7.04) per cui si sospendeva SGLT-2i e avviava terapia basal bolus. Mostrava ECG con onde T negative giganti diffuse; Proadrenomedullina, PCR, Troponina I avevano tutte trend in salita; ecocardio: acinesia diffusa dei settori apicali, non nota; coronarografia: non mostrava stenosi critiche; dopo 4 giorni positività del tampone COVID-19 con polmonite interstiziale bilaterale. A 3 mesi: ecocardio nella norma, orientandosi per sindrome di Takotsubo (cardiomiopatia da stress). Discussione: La DKA normoglicemica nel DM2 è un’evenienza rara, e ha fatto sottovalutare il motivo per il quale il pz aveva ridotto la dose di SGLT-2i; probabilmente il modico potus, le attenzioni dietetiche e la ridotta riserva insulinica hanno contribuito all’instaurarsi del quadro di acidosi, precipitato dall’episodio infettivo, visti i livelli dei markers infiammatori. Il caso in esame pone dei dubbi sul corretto follow-up dei pz in terapia con SGLT-2i: in primis si riflette sulla necessità di indicazioni univoche in merito alla sospensione preventiva degli SGLT2i, come accade per la metformina, visti anche gli allert dell’FDA per il loro utilizzo in corso COVID-19.