Roberto Trevisan
Direttore USC Malattie Endocrine e Diabetologia, AO Papa Giovanni XXIII di Bergamo
Il Nomenclatore dell’assistenza specialistica ambulatoriale riporta le prestazioni specialistiche ambulatoriali erogabili dal Servizio sanitario nazionale (Ssn) e, sotto questo profilo, definisce il livello essenziale di assistenza in questo regime di erogazione. Il Nomenclatore è stato approvato con il Decreto del Ministro della Sanità del 22 luglio 1996.
Nel Nomenclatore, ciascuna prestazione è identificata da uno specifico codice numerico, ricavato dalla traduzione italiana della Classificazione internazionale degli interventi chirurgici e delle procedure diagnostiche e terapeutiche ICD-9-CM. Fanno eccezione le procedure di laboratorio, per la cui codifica è stato adottato un sistema di numerazione progressiva delle prestazioni elencate in ordine alfabetico e per macro-tipologie.
Con il Decreto del Ministero della Salute 18 ottobre 2012 è stata confermata l’erogabilità delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale contenute nel Decreto 22 luglio 1996 e sono state ridefinite, nell’allegato 3, le relative tariffe di riferimento nazionale.
Di recente è sorta la necessità di rivedere il nomenclatore sia per la necessità di inserire nuove prestazioni, sia dalla richiesta governativa di adottare misure specifiche di razionalizzazione della spesa e di una maggiore attenzione all’appropriatezza in tutti gli ambiti di intervento.
La proposta del ministro Lorenzin per i Nuovi LEA è praticamente pronta. Un lavoro imponente come testimonia la mole dei documenti predisposti per l’esame con le Regioni che avverrà in un “tavolo permanente” di analisi che dovrebbe concludere il suo lavoro entro l’estate, come specificato dal Ministero della Salute.
Anche se appare a tutti evidente che la revisione del Nomenclatore era attesa da tempo, ha sorpreso che non appaia più la branca “Diabetologia” tra le prestazioni previste dai Nuovi LEA e tutto questo di fronte alla crescente rilevanza epidemiologica che il diabete mellito con tutte le sue complicanze acute e croniche sta assumendo anche in Italia.
Di seguito riportiamo la lettera dei Presidenti di SID e di AMD inviata al riguardo al Ministro della Salute, On.le Beatrice Lorenzin, il 19 marzo us.
Confidiamo tutti che la situazione possa essere rimediata nella stesura definitiva del nuovo Nomenclatore.
Oggetto: Diabetologia nel nomenclatore delle prestazioni specialistiche
Gent.ma Sig.ra Ministro,
Le scriviamo in quanto molto preoccupati e dispiaciuti per aver appreso la notizia che nell’aggiornamento del nomenclatore delle prestazioni specialistiche in preparazione presso il suo Ministero non è vi è alcuna menzione della branca “Diabetologia”. I diabetologi italiani, che in questo momento rappresentiamo, e le stesse associazioni delle persone con diabete con le quali abbiamo frequenti contatti, ritengono questa assenza inopportuna e paradossale. Ciò anche in virtù del fatto che l’Italia, prima nazione al mondo a dotarsi di una legge specifica per il diabete nel 1987, ha deliberato circa 2 anni fa, un Piano Nazionale per il Diabete molto articolato e che prevede che tutte le persone con questa malattia siano assistite sin dal momento della diagnosi anche presso i centri diabetologici.
L’Italia è il Paese occidentale con la più ricca rete di strutture specialistiche diabetologiche (alcune centinaia). Questa rete, forte dei suoi circa 2000 diabetologi e di alcune migliaia di infermieri e dietisti esperti di diabete, si è sviluppata nell’arco di 40 anni e si è distinta per i suoi successi clinici, da tutti ampiamente citati e da non pochi invidiati. L’operato di queste strutture, infatti, ha permesso di conseguire esiti intermedi e finali migliori che in altri Paesi con Sistemi Sanitari simili al nostro. In Italia il livello di emoglobina glicata (indicatore di compenso metabolico) è mediamente più basso, l’incidenza delle complicanze croniche è più bassa, i tassi di mortalità nel diabete sono decisamente più bassi rispetto a quelli di UK, Germania, Francia, USA, ecc.
I diabetologi italiani hanno acquisito nel tempo un’ampia serie di abilità tecniche nella loro attività clinica quotidiana. Questo li rende diversi da molti altri specialisti che hanno una minore diversificazione nell’espressione della loro professionalità. I diabetologi italiani, oltre a visite specialistiche, applicano microinfusori insulinici e holter glicemici, eseguono clamp euglicemici e altri sofisticati test dinamici, assistono donne con diabete gestazionale o pre-gestazionale in contesti multidimensionali, eseguono screening/stadiazione di danno d’organo, praticando ecocolordoppler arteriosi ai tronchi sovraaortici e alle arterie degli arti inferiori, ecografie addominali, ECG ed ecocardiogrammi, test neurologici, retinografie, curano persone con gravi lesioni ai piedi, talora agendo personalmente in sala operatoria, sono impegnati in complesse attività educativo-terapeutiche individuali e di gruppo. I diabetologi italiani non si limitano alle normali pratiche cliniche ma gestiscono numerosi strumenti ed attrezzature per assistere i propri pazienti ed erogano una miriade di prestazioni diagnostiche e terapeutiche.
Per tutti questi motivi riteniamo che la parola “diabetologia” abbia pieno titolo per essere presente nel nomenclatore delle prestazioni specialistiche, affiancando le altre discipline. Nella tabella allegata indichiamo quali prestazioni, a nostro avviso, dovrebbero avere di fianco anche la parola “diabetologia”.
Precisiamo che accanto ad alcune di queste prestazioni (circa un terzo di esse) è attualmente presente la parola “endocrinologia”. Al di là del fatto che in 2/3 dei casi non c’è neppure la parola endocrinologia, è importante sottolineare che la diabetologia ha una dignità propria che la distingue in maniera netta dall’endocrinologia. Con quest’ultima la diabetologia condivide da circa 15 anni un comune percorso formativo specialistico nella Scuola di Specializzazione in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo (prima esisteva anche una Scuola di specializzazione in Diabetologia). La diabetologia, tuttavia, solo in alcune realtà ospedaliere o territoriali ha una coincidenza clinico-assistenziale con l’Endocrinologia. Nella maggior parte dei casi è indipendente. Di fatto in Italia esistono centinaia di strutture con dotazione di personale (medici, infermieri, dietisti, a volte podologi e/o psicologi), spesso organizzati in veri e propri team multidimensionali e/o multidisciplinari, con spazi e attrezzature specificamente dedicati al diabete. Nel caso dell’endocrinologia per lo più si tratta di singoli professionisti che esercitano da soli la propria specialità che assai raramente si estende al diabete.
Nella speranza di una favorevole accoglienza, ci dichiariamo disponibili per un incontro, se questo fosse ritenuto necessario per meglio circostanziare la nostra richiesta.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
Prof. Enzo Bonora Presidente Società Italiana |
Prof. Antonio Ceriello Presidente Associazione
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