Giorgio Sesti
Dipartimento di Medicina Interna dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro
INTRODUZIONE
Il difetto di secrezione insulinica, assoluto o relativo, del diabete tipo 1 e 2 può essere corretto dalla terapia sostitutiva con insulina, che è in grado di ripristinare il controllo metabolico senza limiti teorici nella sua efficacia. Idealmente, il trattamento con insulina dovrebbe imitare il profilo di secrezione del pancreas normale, con un picco di rilascio d’insulina a pasti in concomitanza con le escursioni glicemiche insieme a un rilascio basale per tutto il resto della giornata. Allo scopo di mimare la secrezione basale d’insulina e di ridurre la frequenza d’iniezioni, nel corso degli ultimi 60 anni, si è cercato di prolungare la durata d’azione dell’ormone e di sviluppare, appunto, insuline ad azione lenta. Infatti, il trattamento con insulina ad azione protratta costituisce una parte integrante del trattamento sostitutivo nei soggetti con diabete tipo 1 e una opzione terapeutica nel diabete tipo 2 dopo inadeguato controllo con il trattamento in mono- o poli-terapia con ipoglicemizzanti orali.
La prima insulina ad azione prolungata è stata l’insulina NPH che è il risultato dell’aggiunta di zinco-protamina all’insulina. Tale modifica consente una lenta dissociazione e una durata d’azione “intermedia” (12-16 ore) (1). Presentando un profilo di assorbimento molto variabile con un picco d’azione dopo 6 ore, l’insulina NPH è associata ad un maggior rischio di ipoglicemia, prevalentemente notturna. I limiti dell’insulina NPH hanno portato allo sviluppo degli analoghi d’insulina basale glargine e detemir, rispettivamente nel 2000 e nel 2004. Gli analoghi dell’insulina umana sono caratterizzati da azione biologica identica a quella dell’ormone nativo in termini d’interazione con il recettore e trasduzione del segnale intracellulare ma da differenti proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche al fine di emulare la fisiologica secrezione insulinica (2).
In questa rassegna prenderemo in considerazione le due più recenti novità in tema di analoghi basali dell’insulina ovvero l’insulina degludec e l’insulina glargine 300 (300 unità/mL). Altre novità che sono rimandate a futuri approfondimenti sono costituiti dall’insulina glargine biosimilare che ha un’identica sequenza aminoacidica rispetto all’insulina glargine di riferimento e simile profilo farmacocinetico, farmacodinamico e immunologico e dall’insulina Lispro-PEGylata (LY2605541), un nuovo analogo basale in fase di sviluppo clinico.
FAD ECM “IL DIABETE”
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