a cura di Anna Solini1, Agostino Consoli2
1Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università degli Studi di Pisa; 2Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento, Università degli Studi di Chieti-Pescara “G. D’Annunzio”
In questo numero de il Diabete, l’ultimo del 2015, la rubrica “Opinioni a Confronto” è rimpiazzata da una sorta di “urgenza clinico-scientifica”. Tre mesi fa è stato presentato al meeting annuale dell’EASD, e contestualmente pubblicato sul New England Journal of Medicine, lo studio Empa-Reg Outcome, condotto con Empagliflozin, inibitore selettivo del cotrasportatore SGLT2. I risultati di questo studio permettono, per la prima volta, di guardare con convinzione e fiducia all’effetto protettivo esercitato sull’apparato cardiovascolare da un farmaco che nasce per abbassare la glicemia.
Gianluca Perseghin, grande esperto dei complessi rapporti tra metabolismo ed apparato cardiovascolare, offre una personale ed acuta visione del posto che questo trial va ad occupare nello scenario degli studi di sicurezza cardiovascolare condotti con i nuovi farmaci per il trattamento del diabete, speculando sugli interessanti effetti ancillari di Empagliflozin che potrebbero aver contribuito agli straordinari risultati raggiunti in termini di riduzione della morbidità e mortalità osservati nell’Empa-Reg Outcome nei bracci in trattamento rispetto al placebo.
Speriamo che i lettori apprezzino questo articolato commento, e che la disseminazione dei risultati di Empa-Reg Outcome, associati ad una interpretazione indipendente ed intelligente quale è quella offertaci dal Prof. Perseghin, possa stimolare la curiosità intellettuale di molti colleghi, soprattutto dei più giovani.
DISCUSSANT
Gianluca Perseghin
Medicina Metabolica, Policlinico di Monza &
Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano